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Uragani, l’impatto di El Niño

Un report di Moody’s Rms, il 2023 ha analizzato le cause di questi eventi tracciando vari livelli di probabilità di accadimento in varie aree geografiche

Uragani, l’impatto di El Niño
La stagione degli uragani del Nord Atlantico del 2023 avrà lo stesso impatto in termini di costi degli anni 2020, 2021 e 2022? A chiederselo è un nuovo report pubblicato oggi da Moody’s Rms, secondo il quale le prospettive per l’anno in corso indicano “una stagione quasi normale, a causa dell’influenza concorrente e contraria di diversi fattori chiave”, come le oscillazioni sud-occidentali del fenomeno climatico conosciuto come El Niño e temperature superficiali del mare del Nord Atlantico superiori alla media.

Tuttavia, come spiega Mohsen Rahnama, chief risk modeling officer and executive vice president, models and data di Moody's Rms, “basta un solo evento per rendere una stagione costosa o memorabile”, come si è visto durante la stagione quasi normale dello scorso anno con l’uragano Ian, inquadrato come uno degli uragani statunitensi più costosi mai registrati e destinato a rimodellare i mercati assicurativi per gli anni a venire. “Lo sviluppo di El Niño – sottolinea Rahnama – si tradurrebbe tipicamente in una stagione degli uragani più tranquilla, ma le temperature più elevate della superficie del mare alimenterebbero una maggiore attività”.

Al di là degli Stati Uniti e delle Americhe, il report di Moody’s prevede che l’attività dei tifoni nel bacino del Pacifico settentrionale occidentale in Asia-Pacifico sarà superiore alla media, dato il particolare impatto di El Niño sulla regione, con conseguente aumento dell’instabilità atmosferica. Le prospettive valutano anche la performance storica delle previsioni di attività stagionale del Nord Atlantico.

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